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"L'essere umano risanato sarà colui che, in un cammino progressivo, avrà riacquistato tutta intera la capacità e la libertà di amare."

Lettera al Corriere della Sera
In risposta all'articolo “Omeopatia inutile, ha solo un effetto placebo” del Corriere della Sera del 27/08/2005

Sono un medico omeopata di Roma e non posso che esprimere tutte le mie perplessità in relazione all'articolo, citato in oggetto, a firma del sig. Giuseppe Remuzzi. L'articolo fa proprio uno studio pubblicato da Lancet che porrebbe l'efficacia dell'omeopatia al pari di quella del placebo.

L'impostazione dell'articolo fa pensare subito che quanto espresso sul Lancet sia una verità inconfutabile, come se potessimo essere certi, al giorno d'oggi, dell'esistenza di mezzi d'informazione sulla cui fondatezza delle notizie non è possibile avanzare alcun sospetto. Inoltre, l'autore dell'articolo sintetizza in maniera molto semplicistica le conclusioni dell'articolo, affermando, testualmente, che ”negli studi su piccoli numeri, e fatti male, l'effetto della cura è sempre superiore a quella del placebo, ma se si limita l'analisi a studi con numeri di pazienti abbastanza grandi e fatti bene, non c'è evidenza che l'omeopatia sia superiore al placebo.”
In tale affermazione manca in primo luogo qualsiasi riferimento a cosa si intenda per studi fatti bene e studi fatti male, ed in più non viene citato alcun dato oggettivo in termini di numeri e di modalità di conduzione dello studio, generando così un'informazione parziale che finisce per portare l'opinione dei lettori verso quella che, come si evince nello stesso articolo, è l'opinione personale dello stesso autore, il quale conclude affermando che, sulla base di questo studio, è bene che i signori Deputati la smettano di preoccuparsi di come regolamentare il mondo delle medicine alternative, stendendo su di esse una sorta di velo pietoso, e comincino invece ad occuparsi di cose ben più serie.

Appellandomi all'imparzialità che spesse volte ho avuto modo di apprezzare dalla colonne del vostro giornale, e che mi ha spinto a preferirlo ad altri quotidiani a tiratura nazionale, forte della mia personale e professionale esperienza sul campo, mi viene da fare alcune considerazioni in merito a quanto appena detto.
Quando si parla di omeopatia ci si dimentica che circa due secoli or sono essa è nata dalle ceneri della medicina tradizionale, che allora come ora ha il difetto di agire sui sintomi locali delle malattie, disconoscendone così le cause effettive che generano tali sintomi. Ecco perché la maggior parte di coloro che si rivolgono all'omeopatia arrivano ad essa dopo aver provato per lungo tempo tutte le cure tradizionali possibili, delle quali finiscono così per sperimentarne, accanto all'azione terapeutica, i numerosi effetti collaterali a cui spesso la loro azione si accompagna.
Quanto all'effetto placebo, ottenibile anche con i comuni farmaci chimici, ci si dimentica di affrontare e rispondere sensatamente all'interrogativo posto dall'evidente azione curativa dei medicinali omeopatici nei riguardi di molti neonati ed animali domestici e di allevamento, esseri viventi che, per effetto della loro minor complessità rispetto all'essere umano adulto ed in buona salute, non sono suggestionabili in alcuna maniera.
Un'ulteriore critica che mi viene da fare è quella di avere eletto a sostenitori della medicina omeopatica due figure del mondo dello spettacolo che, sia pure stimabili e capaci al pari, e forse più dell'autore dell'articolo, d'influenzare le scelte dei lettori, non hanno tuttavia quella competenza della materia tanto necessaria in un caso simile in cui l'affermazione contenuta nel titolo dell'articolo proviene da un organo di stampa così autorevole.

Augurandomi che in futuro, in presenza di simili situazioni, il vostro giornale si limiti ad esprimere pienamente ed a buon diritto il diritto di cronaca che c'è dietro ogni notizia, lasciando le opinioni a persone qualificate e soprattutto culturalmente pienamente formate ad una disciplina tanto complessa come la medicina, e l'omeopatia in particolare, mi sembra opportuno esprimere un'ultima considerazione: una medicina che voglia essere veramente scientifica deve basarsi, oggi come sempre, sulla sola evidenza dei fatti, e semmai partire da questa per cercare di colmare l'ignoranza che, ad esempio in omeopatia, a fronte degli ottimi risultati reiteratamente ottenuti in numerose casistiche, non ci permette di conoscere appieno il meccanismo d'azione dei nostri rimedi. Gli indiscutibili successi dell'omeopatia, riferiti principalmente da quanti da anni si curano con essa, sono comunque anche dovuti alla peculiare metodica della stessa, che permette di curare il malato esistenziale che si nasconde dietro ogni sintomo ed ogni malattia.

Con i migliori saluti.
Dr. Francesco Candeloro
Medico Omeopata e docente in Omeopatia

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